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Non possiamo bombardare
la città dove viviamo
perché, dopo,
cammineremo noi stessi
fra quelle macerie
che abbiamo provocato.

Affrontare un conflitto significa intraprendere un viaggio che, spesso, avviene in modo inconsapevole. Prima di partire è importante, invece, sapere dove si vuole andare, scegliere il mezzo di trasporto adeguato e guide competenti che sappiano accompagnare.

Se il conflitto è in ambito familiare si deve essere consapevoli che queste scelte creeranno le fondamenta per la propria felicità e per quella dei propri figli. Oppure, al contrario, per decretare un futuro infelice per tutti.

Non esiste un mezzo di trasporto in assoluto migliore dell’altro ma alcuni sono del tutto inappropriati a raggiungere le mete fissate e presentano insidie e rischi maggiori. Altri non permettono di raggiungere certi luoghi. Oppure può accadere che il mezzo di trasporto e la meta siano già stati scelti da altri. In questi casi si può solo tentare di modificare l’itinerario del viaggio strada facendo, dopo essere saliti a bordo. Non prima.

Viaggiare per terra,
mare o aria?

La metafora del viaggio suggerisce tre diverse tipologie di negoziazione per gestire un conflitto familiare: per terra con la negoziazione basata sulle posizioni, per mare con quella basata sugli interessi, per aria con l’opzione collaborativa.
In oltre trentacinque anni di professione ho sperimentato e studiato tutte e tre queste modalità, ho valutato vantaggi e rischi di ciascuna di esse.
Oggi sono giunta a concludere che la negoziazione collaborativa sia quella che più delle altre pone le condizioni per raggiungere un buon accordo nell’interesse di tutte le parti coinvolte nel conflitto ma l’appropriatezza del metodo per ogni specifica situazione deve essere valutata caso per caso.

Nel rapporto tra avvocato e cliente c’è un momento fondamentale: è la scelta della procedura per affrontare e gestire la vicenda familiare. Negli anni ho dedicato sempre maggiore cura a questo momento.

È per questo che valuto attentamente con il mio potenziale cliente quale possa essere il metodo più adatto al caso specifico mettendo a disposizione la mia conoscenza ed esperienza, costantemente aggiornata, dei diversi metodi.

In questo modo guido e supporto chi si rivolge a me per essere assistito in questa delicatissima e cruciale fase di avvio della gestione di un conflitto familiare.

Viaggiare per terra
La negoziazione basata sulle posizioni

Chi sceglie questa opzione è convinto che il conflitto vada risolto sulla base dell’attribuzione della ragione e del torto, ritiene di avere totalmente ragione e che l’altro/a abbia torto. Si fa appello al diritto per decidere il caso e si delega ad altri competenti della materia, gli avvocati, come risolvere il conflitto. Se neppure tramite gli avvocati si arrivi ad un accordo, ci si deve affidare al giudice.

L’eventuale accordo sarà il frutto di una trattativa fra avvocati. I professionisti cercheranno di trovare un punto d’incontro, attraverso reciproche concessioni, riducendo sempre di più la differenza iniziale fra le due opposte posizioni, ed avendo sempre presente quale sarebbe la più probabile decisione del giudice, se fosse questi a decidere il caso.

Quando l’opzione è questa, la priorità di ciascuna parte è generalmente quella di portare a casa il miglior risultato possibile per se stessa. Se poi questo tipo di accordo non riesce, l’alternativa diventa lo scontro in tribunale, spesso con sconfitta di tutti. In quel contesto ciascuna delle parti in conflitto perde di vista persino il proprio vantaggio perché la priorità diventa “farla pagare” all’altro e procurargli infelicità piuttosto che perseguire la propria felicità.

Tutto ciò rende la negoziazione basata sullo scontro delle posizioni un mezzo di trasporto potenzialmente molto pesante e lento, adatto a percorrere strade già battute da tanti altri, per condurre, se possibile, ad accordi basati su criteri standard.

VIAGGIARE PER MARE
La negoziazione basata sugli interessi

Chi sceglie questa opzione ha capito che non è importante decidere chi ha ragione e chi ha torto, ma piuttosto giungere ad una soluzione e che questa è resa più probabile se ciascuna parte contempli il perseguimento della soddisfazione degli interessi anche dell’altra. Ciò permetterà un vantaggio per tutte le parti coinvolte nel conflitto: non solo quelle direttamente in lite, ma anche altri soggetti importanti per loro, ad esempio i figli.

Quando si negozia sugli interessi non ci si limita ad esaminare le posizioni contrapposte delle parti cercando di trovare un punto di incontro attraverso reciproche concessioni. Piuttosto, si ricercano i motivi che stanno alla base delle posizioni di ciascuna parte, per individuare soluzioni adeguate a soddisfare gli interessi di ciascuno.

Chi negozia sugli interessi lo fa in primo luogo ritenendolo il modo più vantaggioso per se stesso, perché è quello con cui è più probabile che entrambe le parti portino a casa il risultato migliore riducendo al minimo il rischio di lasciare sul campo di battaglia qualcosa che ha molto valore per ciascuna di loro.

Tutto ciò rende la negoziazione basata sugli interessi un mezzo di trasporto che può percorrere grandi distanze e che consente di far salire a bordo un gran numero di persone, anche quando non condividano un progetto comune, con la barra del timone puntata verso la soluzione del problema piuttosto che la vittoria sull’altro.

VIAGGIARE PER ARIA
La negoziazione collaborativa

Chi sceglie questa opzione è tanto convinto della bontà della negoziazione basata sugli interessi che desidera moltiplicare la possibilità di realizzarla e favorirne il buon esito con la creazione di un “contenitore collaborativo” nel quale gestire il conflitto.

Chi è disponibile a collaborare nella gestione del conflitto ha piena consapevolezza che il benessere dell’uno non può prescindere dal benessere dell’altro. La particolare sicurezza del contesto in cui si negozia è conseguenza del fatto che le parti si impegnano, firmando un Accordo di Partecipazione all’inizio del procedimento, a partecipare personalmente alla negoziazione, a comportarsi secondo buona fede, a condividere in modo trasparente tutte le informazioni rilevanti, a mantenere riservate tali informazioni.

Ciascuna parte sarà necessariamente assistita da un proprio avvocato e di comune accordo verranno scelti gli esperti neutrali più adatti ad aiutare nell’affrontare i vari aspetti della specifica vicenda - il facilitatore della comunicazione e/o l’esperto finanziario e/o l’esperto dell’età evolutiva - a seconda delle necessità del singolo caso.

Tutti i professionisti devono avere una formazione alla Pratica Collaborativa e ricevono l’incarico finalizzato ad accompagnare le parti al raggiungimento di un accordo, con esclusione di qualsiasi coinvolgimento in ruoli diversi e nell’ambito di giudizi contenziosi fra le stesse persone.

Tutto ciò rende la Pratica Collaborativa un mezzo di trasporto particolarmente potente e veloce per lavorare alla ricerca di un accordo soddisfacente per tutti e personalizzato per le specifiche esigenze del soggetti coinvolti, se tutti rispettano gli impegni presi ed i principi del metodo.